A cosa serve il sonno?

Negli anni Ottanta, uno dei più grandi ricercatori nell’ambito del sonno, Allan Rechtscaffen, disse: “Se il sonno non assolve ad una funzione assolutamente vitale, allora è il più grande errore che l’evoluzione abbia mai fatto“.

Oggi sappiamo che effettivamente il sonno svolge un ruolo cruciale non solo per il benessere ma per la vita stessa di molte specie animali, uomo compreso. La funzione del sonno è un campo di studio molto attivo, con ricerche recenti che continuano a svelare meccanismi complessi.

Per scoprire queste funzioni è necessario distinguere i due principali tipi di sonno: non-REM e REM. Il sonno NREM è la fase che occupa la maggior parte della notte (circa il 75%) ed è il sonno più tranquillo e profondo, soprattutto nella sua fase ad onde lente o N3. Il sonno REM (Rapid Eyes Movement) o sonno a movimenti oculari rapidi è chiamato anche “sonno paradosso” perché il cervello è attivo quasi come durante la veglia ma il corpo è temporaneamente paralizzato (atonia muscolare). È il palcoscenico dei sogni più vividi.

Il sonno NREM è generalmente considerato la fase più riposante e rigenerante. Durante questo tipo di sonno avviene il ripristino fisico e metabolico di tutto l’organismo. Il metabolismo generale e l’uso di energia diminuiscono e questo permette al corpo di conservare e ricostituire le riserve energetiche, riparare i tessuti e rafforzare il sistema immunitario. Inoltre, secondo l’ipotesi sinaptica-omeostatica intuita per la prima volta da due studiosi italiani nel 2006 e confermata 15 anni dopo, l’attività neuronale intensa durante la veglia porta a un rafforzamento generalizzato delle sinapsi. La fase N3 a onde lente agisce come un processo di downscaling: le sinapsi meno importanti vengono “potate” per rendere il cervello più efficiente e pronto per un nuovo apprendimento al risveglio (Tononi & Cirelli, 2006). Altro ruolo fondamentale del sonno NREM è la rimozione dei rifiuti cerebrali tramite il sistema glinfatico. Infatti, studi risalenti al 2013 dimostravano come durante il sonno a onde lente il flusso del liquido cerebrospinale aumenti, facilitando la rimozione di prodotti di scarto metabolico (come la proteina beta-amiloide, associata all’Alzheimer) dagli spazi interstiziali del cervello. Questo dato è stato confermato da recentissimi studi che hanno mostrato come, durante il sonno NREM, il flusso sanguigno e del liquido cerebrospinale si sincronizzino con le onde lente cerebrali, aiutando a rimuovere i rifiuti cerebrali. Infine il sonno NREM è fondamentale per il consolidamento della memoria. Durante il sonno ad onde lente, le informazioni recenti incamerate nall’ippocampo (memoria a breve termine) vengono trasferite alla corteccia (memoria a lungo termine), consolidando in particolare le memorie dichiarative (fatti ed eventi).

Venendo al sonno REM, esso è fondamentale per l’elaborazione e la regolazione delle emozioni. Consente infatti al cervello di rielaborare le esperienze emotive, soprattutto le memorie stressanti o traumatiche, attenuando così la loro carica emotiva. Aiuta inoltre ad integrare i ricordi appena formati in reti di memoria già esistenti, favorendo la creatività e la risoluzione dei problemi. Il sonno REM ha inoltre un ruolo cruciale nell’infanzia per il corretto sviluppo cerebrale. Occupa una percentuale molto più alta del tempo di sonno totale nei neonati (fino al 50%) rispetto agli adulti ed è fondamentale per la maturazione del sistema nervoso centrale e lo sviluppo delle connessioni sinaptiche nei primi anni di vita.

In sintesi, mentre il sonno NREM (soprattutto quello profondo) si concentra sul ripristino fisico, la pulizia del cervello e il consolidamento iniziale della memoria, il sonno REM si occupa maggiormente della riorganizzazione sinaptica, dell’elaborazione emotiva e dell’integrazione dei ricordi complessi.

Dr.ssa Roberta Salvato

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