L’ampia adozione dell’intelligenza artificiale, come i modelli linguistici di ultima generazione, sta cambiando il modo in cui gli esseri umani interagiscono quotidianamente con la tecnologia. L’influenza di strumenti avanzatissimi come ChatGPT di OpenAI nelle pratiche educative e nei processi aziendali ha sollevato interrogativi importanti riguardo all’impatto sulle funzioni cognitive umane. In un recente studio, Natalyia Kosmina e collaboratori (2025) si propongono di esaminare il modo in cui l’uso dell’intelligenza artificiale si ripercuote sulle capacità cognitive degli individui, in particolare nel contesto educativo della scrittura di un articolo.
Questo studio prevede il coinvolgimento di partecipanti suddivisi in tre gruppi distinti: un gruppo che utilizza i modelli linguistici di grandi dimensioni (il cui acronimo in inglese è LLM che stanno alla base dei processi di intelligenza artificiale), un gruppo che utilizza i tradizionali motori di ricerca e un gruppo che si affida esclusivamente alle proprie risorse cognitive.
Dal punto di vista metodologico, una suddivisione in questi gruppi, permette un confronto tra l’impatto di diversi livelli di supporto esterno sulle abilità cerebrali. La valutazione è stata condotta attraverso l’uso dell’elettroencefalografia (EEG) per monitorare l’attività cerebrale dei partecipanti, fornendo una descrizione sulle dinamiche neurali durante la composizione dei testi. Lo studio ha avuto una durata di 4 mesi e gli stessi partecipanti sono stati invitati a partecipare a più sessioni.
Le analisi hanno rivelato differenze significative nelle strategie cognitive adottate dai vari gruppi. La connettività neurale, strumento chiave di valutazione, ha mostrato una diversificazione notevole: il gruppo che non utilizza né intelligenza artificiale, né motori di ricerca (nello studio è stato denominato il gruppo “only brain”) ha presentato reti neurali più ampie e robuste, il gruppo Motore di Ricerca ha mostrato un coinvolgimento intermedio, mentre per il gruppo che ha avuto l’assistenza fornita da strumenti di LLM (l’intelligenza artificiale) si sono registrate connessioni più deboli. Questo suggerisce che l’utilizzo di AI potrebbe ridurre l’impegno cerebrale nella costruzione del linguaggio e nel processo decisionale.
Lo studio ha previsto un’ulteriore fase: ai partecipanti che hanno fatto parte del gruppo LLM (intelligenza artificiale) è stato chiesto di comporre dei saggi e dei racconti senza utilizzare alcuno strumento (il gruppo è diventato “da LLM a only brain”) e viceversa.
Il gruppo LLM-a-only brain ha manifestato un sotto-impegno di alcune reti neurali più tipicamente legate al pensiero autonomo. Al contrario, i partecipanti del gruppo Only brain-a-LLM hanno mostrato una migliorata capacità di memoria e riattivazione di nodi neurali prefrontali e occipito-parietali, mostrano un uso più flessibile e accorto dell’intelligenza artificiale.
Un altro aspetto emerso riguarda il senso di accuratezza degli elaborati, inferiore nel gruppo LLM rispetto ai gruppi motore di ricerca e solo cervello, suggerendo una diminuzione nella profondità della comprensione e nella capacità di citare autonomamente il proprio lavoro. Mentre la tecnologia facilita il processo di creazione, potrebbe formare una dipendenza che ostacola il pieno sviluppo cognitivo.
Quanto scoperto porta a considerare l’importanza degli strumenti che abbiamo a disposizione: benchè siano indubbiamente utili, la necessità di un approccio critico e informato all’integrazione degli strumenti di IA nell’ambiente educativo, è fondamentale. Diventa importante analizzare i benefici immediati con le potenziali implicazioni a lungo termine sulle funzionalità cognitive. L’uso intensivo di IA senza tali accorgimenti critici (e cioè senza aver addestrato adeguatamente memoria, attenzione e pensiero critico), potrebbe portare a una diminuzione delle capacità cognitive, segnalando la necessità di una riflessione sulle metodologie educative e sui modi migliori per sfruttare la tecnologia senza compromettere lo sviluppo cerebrale umano.
Dr. Matteo Sozzi