È ormai del tutto consolidato e noto che il sonno è un bisogno umano fondamentale ed è essenziale sia per la salute mentale, sia per quella fisica. Anche se le ragioni esatte per cui noi esseri umani dobbiamo dormire rimangono sconosciute, la scienza continua a dare ampie prove del fatto che ci sono numerosi benefici nel dormire in maniera adeguata. Durante il sonno, infatti, il nostro corpo esegue processi di riparazione e mantenimento che interessano ogni parte dell’organismo. Oltre ai benefici metabolici e cardiovascolari, il sonno è fondamentale per mantenere un peso corporeo stabile, un buon tono dell’umore, delle funzioni mentali ottimali e un sistema immunitario sano.
In una recente ricerca americana condotta da un team del Brigham and Women’s Hospital emerge che gli adulti over 50 con una durata irregolare del sonno corrono un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a coloro che godono di un sonno più costante. Il gruppo ha analizzato i dati ottenuti da oltre 84.000 individui che hanno indossato un actigrafo – un sensore di movimento che viene posizionato sul polso come un orologio e che consente di registrare i movimenti effettuati dal corpo – allo scopo di studiare la possibile associazione tra sonno e diabete di tipo 2. I partecipanti, che all’avvio dello studio non soffrivano di diabete, avevano un’età media di 62 anni e sono stati seguiti per circa 7 anni. Dallo studio è emerso che una durata del sonno irregolare era associata a un rischio di diabete più elevato. I dati hanno rivelato, inoltre, che rispetto ai partecipanti con ritmi di sonno regolari, quelli con sonno irregolare – la cui durata da un giorno all’altro variava in media di oltre 60 minuti – presentavano un rischio maggiore del 34% di sviluppare il diabete. Il rischio diminuiva ma persisteva anche dopo aver tenuto conto dello stile di vita, delle comorbilità, della storia familiare di diabete e degli indicatori di obesità.
Nel nostro Centro, abbiamo la possibilità di trattare i disturbi del sonno, specie l’insonnia, senza farmaci ma con un trattamento basato sulla psicoterapia.
Un altro studio presentato al congresso dell’European Society of Cardiology appena terminato (agosto 2024) evidenzia che recuperare il sonno perduto dormendo durante il fine settimana riduce di un quinto il rischio di contrarre malattie cardiache. Il team impegnato in questa ricerca ha analizzato i dati relativi a poco meno di 100000 soggetti per valutare la relazione tra compensazione del sonno nel fine settimana e malattie cardiache. Il 20% circa dei soggetti inclusi nello studio sono stati definiti come “deprivati di sonno”, dal momento che dormivano meno di 7 ore a notte tutti i giorni, mentre il resto del campione seguiva un’abitudine del sonno soddisfacente. I ricercatori hanno anche raccolto informazioni su patologie come cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e ictus. Dopo una media di 14 anni di l follow-up, il team ha osservato che i partecipanti al gruppo con il sonno più compensato presentavano il 19% in meno di probabilità di sviluppare malattie cardiache, rispetto a coloro che recuperavano meno ore di sonno. Nel sottogruppo di pazienti con privazione del sonno, poi, quelli con il sonno più compensato mostravano un rischio inferiore del 20% di sviluppare malattie cardiache rispetto al campione composto da coloro che recuperavano meno ore di sonno. Questa ricerca non fa che confermare il dato noto che un sonno di qualità promuove la salute cardiaca.
Oltre ai benefici metabolici e cardiovascolari, il sonno è fondamentale per mantenere un peso corporeo stabile, un buon tono dell’umore, delle funzioni mentali ottimali e un sistema immunitario sano. Dormire però è una attività naturale del nostro organismo nel suo complesso mente-corpo e per tale ragione è altrettanto importante mantenere o ripristinare un buon sonno senza il ricorso cronico a farmaci, gravati da effetti collaterali e appesantiti dalla dipendenza. Nel nostro Centro, abbiamo la possibilità di trattare i disturbi del sonno, specie l’insonnia, senza farmaci ma con un trattamento basato sulla psicoterapia, rispettoso quindi della totalità dell’individuo.
Dr.ssa Roberta Salvato