L’orologio della vita

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L’impatto della luce solare sul ritmo sonno-veglia è talmente forte che il comportamento umano è ancora dominato dall’alba e dal tramonto geofisici.

Come quasi tutta la vita sul pianeta, gran parte della fisiologia e del comportamento umano sono modulati da un timer circadiano interno di circa 24 ore: la luce percepita dall’occhio fornisce il contapassi primario per la cadenza del nostro programma circadiano. L’impatto della luce solare sul ritmo sonno-veglia, il cronotipo, è talmente forte che, nonostante la tendenza atemporale della nostra società (lavori e attività 7 giorni su 7, 24 ore su 24) e un mondo diviso in fusi orari, il comportamento umano è ancora dominato dall’alba e dal tramonto geofisici. Un altro fattore fondamentale che determina la posizione del nostro sonno durante le 24 ore è l’età. I bambini sono di solito cronotipi mattutini, mentre il programma circadiano ritarda progressivamente durante la pubertà e l’adolescenza fino a raggiungere un picco di ritardo intorno ai 21 anni. A partire da quell’età, il cronotipo torna ad essere progressivamente più precoce. Altri fattori che influenzano il cronotipo sono la genetica e l’orario in cui si svolgono pasti, attività fisica e interazioni sociali. In merito a ciò, la crescente tendenza a lavorare in contrasto con il tempo biologico sta avendo un notevole impatto sulla nostra salute, esacerbando, ad esempio, malattie cardiovascolari, cancro, obesità e problemi di salute mentale.

L’accurata valutazione del cronotipo è utile in un’ampia gamma di situazioni della vita quotidiana, tra cui la pianificazione del lavoro a turni individuale e la tempistica ottimale degli interventi medici.

La maggior parte delle persone dorme in orari diversi durante la settimana lavorativa rispetto ai giorni liberi: i cronotipi serotini (i cosiddetti gufi) tendono a dormire meno nei giorni lavorativi, perché l’inizio del loro sonno è ampiamente controllato dall’orologio circadiano mentre la fine è dettata dalla sveglia. Al contrario, i tipi mattutini (“le allodole”) sperimentano la privazione del sonno prevalentemente nei giorni liberi, in quanto le esigenze sociali li tengono svegli oltre la loro ora preferita per andare a letto, mentre il loro orologio circadiano li sveglia presto al mattino. La differenza nei tempi di sonno durante i giorni di lavoro e nei giorni liberi è stata chiamata jetlag sociale e si correla con il tono dell’umore, la performance cognitiva ed il consumo di nicotina e di caffeina. Ad esempio, più forte è il jetlag sociale che le persone sperimentano, più è probabile che siano fumatori. Tra le persone senza jetlag sociale la percentuale di fumatori è intorno al 10%, ma negli individui il cui tempo di sonno differisce di quattro o più ore tra lavoro e giorni liberi, questa percentuale sale al 60%.

Le conoscenze sul cronotipo contribuiranno a migliorare interventi e terapie in molte aree mediche.

Diventa sempre più chiaro come l’accurata valutazione del cronotipo sia utile non solo come indicatore per lo sviluppo umano, ma anche in un’ampia gamma di altre situazioni della vita quotidiana, tra cui la pianificazione del lavoro a turni individuale e la tempistica ottimale degli interventi medici. Ad esempio, si può ottenere un aumento dell’efficacia e una riduzione degli effetti collaterali quando alcuni farmaci sono assunti in orari specifici: due esempi fra tutti, antipertensivi e statine somministrate alla sera. Anche la manipolazione del cronotipo ha mostrato applicazioni promettenti, come ad esempio la terapia della luce e l’utilizzo della melatonina (l’ormone del buio) per il trattamento dei disturbi del sonno e dell’umore.

Il campo della medicina circadiana è quindi veramente interdisciplinare e l’aumento delle conoscenze in merito al nostro ritmo endogeno contribuirà a migliorare interventi e terapie in molte aree mediche.

Dr.ssa Roberta Salvato

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