Ognuno di noi ha probabilmente sperimentato una sensazione di benessere in quelle occasioni in cui si ha la possibilità di fermarsi in contesti naturali, ovvero in zone non urbanizzate dove possiamo ammirare una predominanza di elementi che non sono frutto dell’opera umana. Le occasioni in cui possiamo apprezzare questa sensazione solitamente corrispondono a momenti di vacanza, o alle classiche gite del weekend, momenti quindi dedicati al riposo. Questo può farci pensare che le piacevoli sensazioni sopracitate derivino proprio dal dedicare del tempo ad attività meno frenetiche, e che la bellezza dei paesaggi abbia un effetto marginale. In realtà diversi studi si sono occupati di osservare più da vicino la correlazione tra benessere emotivo e la permanenza in contesti naturali, rilevando una ricca pluralità di effetti apprezzabili.
Uno dei principali meccanismi coinvolti è l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico. Quando ci immergiamo nella natura, in particolare in ambienti tranquilli e verdi, il nostro sistema nervoso parasimpatico viene stimolato, portando a una diminuzione della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna e dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Sembra inoltre che l’esposizione alla natura possa influenzare positivamente l’attività cerebrale. La visualizzazione di paesaggi naturali attiva le regioni del cervello associate alle emozioni positive, al piacere e al benessere. Altri meccanismi neurologici coinvolgono il rilascio di neurotrasmettitori come le endorfine e la serotonina. Gli ambienti naturali possono aumentare la produzione di queste sostanze chimiche legate al benessere emotivo, riducendo così i sintomi dell’ansia e della depressione.
Gli elementi naturali possono migliorare la concentrazione e la produttività anche quando non ci stiamo dedicando direttamente al riposo. Non a caso molti dei nostri uffici e spazi di lavoro incorporano elementi naturali, come piante o viste su spazi verdi, tutti elementi che sembrano migliorare concentrazione e produttività.
Viste le evidenze empiriche, gli elementi e i paesaggi naturali sono diventati coadiuvanti nei programmi di cura per migliorare la salute mentale, con l’integrazione di elementi naturali, come parchi, foreste, corsi d’acqua o spazi verdi, all’interno di specifiche sessioni terapeutiche.
In alcuni casi sono le istituzioni a consigliare pratiche simili; è il caso del Giappone, dove il termine “Shinrin-Yoku,” che letteralmente significa “bagno nella foresta,” si è sviluppato negli anni ’80 come parte degli sforzi del governo giapponese per promuovere la salute pubblica
Viene da chiedersi se gli effetti positivi di cui si è parlato siano così apprezzabili in virtù della differenza che intercorre tra i contesti cui siamo esposti solitamente e gli ambienti con una forte presenza di elementi naturali. In effetti non è scorretto pensare che l’effetto terapeutico della natura possa essere attribuito al fenomeno noto come “restauro cognitivo”, ovvero il processo attraverso il quale la mente umana si recupera e rigenera dopo essere stata sottoposta a stimoli mentali intensi o a situazioni stressanti. Questo processo si verifica quando una persona ha la possibilità di staccare da attività complesse, impegnative o stressanti e trascorre del tempo in un ambiente che richiede meno sforzo cognitivo.
Dott. Francesco Colombo