C’è una parte della nostra mente che
vuole avvicinarsi all’ignoto e conoscerlo.
Un nuovo studio recentemente pubblicato sul Journal of Research in Personality ha spiegato come la curiosità possa aiutare ad alleviare l’ansia.
È noto che le persone a volte si sentano minacciate da cose nuove, diverse o insolite e che il non capire possa destare sentimenti di confusione e rabbia. Inoltre, quando ci concentriamo sui sentimenti spiacevoli della paura, dell’ansia e dell’incertezza, spesso dimentichiamo di dare il giusto credito alla curiosità.
Letteralmente, la curiosità consiste nel “desiderio di vedere e di sapere, per amore del conoscere” (dal vocabolario Treccani, n.d.a.).
Alain de Botton, autore di diversi saggi e romanzi sulle tematiche emotive e fondatore della piattaforma The School of Life, ha un’interessante visione della curiosità. Secondo questo filosofo la curiosità “prende sul serio l’ignoranza ed è abbastanza sicura di sé da ammettere quando non sa. È consapevole di non sapere e si propone di fare qualcosa al riguardo”.
Una risposta curiosa implica il desiderio di imparare e capire l’ignoto e contrasta i nostri impulsi a evitare, temere, giudicare e attaccare ciò che non capiamo. La curiosità ci da anche la fiducia di abbracciare le novità per imparare e crescere.
L’interesse e la deprivazione
Nello studio citato sopra, la curiosità è stata suddivisa in due categorie: da una parte c’è l’interesse, ovvero la curiosità che è un desiderio di apprendere mirato a trarre piacere e può essere paragonata alla meraviglia, al fascino o all’intrigo. Dall’altra c’è la deprivazione e in questo caso il desiderio di apprendere si concentra maggiormente sulla riduzione dei sentimenti negativi che derivano dall’ignoranza e dall’incomprensione.
Attraverso un sondaggio online, il team di ricercatori ha registrato i livelli di curiosità e la percezione dell’incertezza dei partecipanti. Lo studio ha prodotto due interessanti risultati. Si è compreso come le persone con un alto livello di curiosità-interesse abbiano atteggiamenti più positivi nei confronti dell’incertezza e si avvicinino alle situazioni irrisolte con un senso di ottimismo. Invece, le persone con un alto livello di curiosità-deprivazione sembrano essere più a disagio con l’incertezza, non apprezzano la sensazione di non sapere qualcosa e si concentrano maggiormente sulle possibilità negative.
Sebbene l’interesse e la deprivazione siano entrambe forze della curiosità, sembrano quindi funzionare in modi molto diversi. L’interesse è legato al piacere dell’incertezza e alla concentrazione sulle potenziali scoperte positive, mentre la deprivazione è legata all’avversione per l’incertezza e alla concentrazione sulle potenziali scoperte negative.
Perché la curiosità può attenuare l’ansia
La curiosità-interesse trasforma
l’incertezza da spaventosa a divertente.
La curiosità è un sentimento che ci motiva a imparare cose nuove: può essere intesa come una forza dentro di noi che ci attrae verso l’ignoto, stimolando la fame di conoscenza.
Inoltre, la curiosità ha il potere di trasformare l’incertezza da un’esperienza spaventosa a un problema divertente abbracciando e godendo della sensazione di non sapere e riesce ad accendere l’ottimismo e la speculazione positiva.
Un aspetto pratico dello studio sulla curiosità risiede nella consapevolezza che, sebbene l’incertezza sia ovunque nella vita (e questo può essere molto scoraggiante), gli esseri umani non sono destinati a reagire all’incertezza con paura o rabbia. La curiosità-interesse trasforma l’incertezza da spaventosa a divertente stimolando due atteggiamenti mentali funzionali: da un lato favorisce l’apertura al mistero e alla presenza dell’incertezza, dall’altro permette di concentrarsi sulle possibilità positive.
C’è una parte della nostra mente che vuole avvicinarsi all’ignoto e conoscerlo e, quando si tratta di contrastare l’ansia, attingere alla curiosità-interesse può rivelarsi una strategia davvero efficace.
Dr.ssa Roberta Salvato